giovedì 6 novembre 2008

E' MORTO FRANCESCO PRINCIPE


Francesco Principe non è più tra noi.
La “grande quercia” del Socialismo calabrese, il Presidente del Consiglio Provinciale di Cosenza amato e stimato da tutti, se e è andato all’improvviso, senza far rumore, in un piovoso pomeriggio del mese di novembre.
Lo ha fatto in punta di piedi, da vecchio gentiluomo.
Ora non sarà più lui a far trillare il campanello d’inizio dei lavori del Consiglio Provinciale. Non sarà più lui a chiedere a tutti puntualità, decoro e rispetto delle istituzioni.
Se ne è andato un grande calabrese e un sincero riformista, un uomo tutto d’un pezzo, che ha sempre creduto e lottato per la “sua” Rende che ha amato sopra ogni cosa, e per il riscatto di una terra difficile come la Calabria, che egli voleva dignitosa e libera, protagonista orgogliosa del proprio destino. La storia, i cittadini di Rende, della provincia di Cosenza e della Calabria oggi piangono la sua scomparsa, ma non lo dimenticheranno mai.
Non dimenticheranno la sua lunga ed onorata storia politica.
Non dimenticheranno il suo impegno come sindaco, come deputato e come uomo di governo.
La sua lunga e fervida attività a favore della sua terra è l'esempio tangibile di come anche in una regione difficile come la Calabria sia possibile amministrare e fare politica a testa alta, con coerenza e determinazione e, per questo, essere amati e stimati dalla gente.
Addio, grande, vecchio leone! Ci mancherai tanto.

LA COMMOZIONE DEL PRESIDENTE OLIVERIO PER LA MORTE DELL'ON. FRANCESCO PRINCIPE

"Piangiamo un uomo straordinario, un calabrese illustre, un politico lungimirante che ha attraversato da protagonista la storia della nostra Repubblica, che nelle istituzioni ha servito sino alla fine con onestà, passione e con la volontà di lavorare al riscatto ed al progresso della sua terra." E' questo il pensiero che il Presidente Mario Oliverio, profondamente commosso, rivolge a Francesco Principe dopo la sua morte. " Lo ricordiamo quale Sindaco, quale Parlamentare ed uomo di governo, protagonista dell'alta stagione del socialismo riformista; ma in questo momento, con enorme affetto, resta nel cuore come Presidente del nostro Consiglio Provinciale." "E' stato per noi tutti, per la Provincia di Cosenza, un grandissimo onore vederlo a capo della nostra Assise. Un arricchimento costante la sua presenza, preziosi il suo senso delle istituzioni e la sua ampia ed acuta visione politica, una lezione di impegno civile i suoi interventi, spesso caratterizzati da una vivacità che nasceva dall'interpretare e sentire con forza il compito di rappresentare la comunità." "E' questo un momento di vero dolore, che condividiamo con il figlio Sandro e tutta la famiglia di Cecchino, avvertendo già profonda la mancanza di un indimenticabile compagno, e per me di un amico, di un percorso che ci ha visti insieme nella prima Giunta di sinistra della Regione Calabria da lui guidata nel lontano 1986, ed in questi anni nella Provincia di Cosenza. Una istituzione che ha visto sedere quale suo rappresentante una persona portatrice di grande cultura, passione, elevato senso morale. Doti che oggi egli lascia a noi quali testimonianza ed eredità feconda."

sabato 11 ottobre 2008

RUBANO CARAMELLE SCAMBIATE PER VIAGRA

Credevano fossero pasticche di viagra ed invece erano caramelle.
E' accaduto a Firenze, alla Fortezza da Basso. I ladri che, evidentemente erano dei veri e propri pivellini, hanno rubato 110 confezioni di caramelle azzurre credendo che fossero le famose pillole che consentono di migliorare le prestazioni sessuali. Ad accorgersi del furto del materiale pubblicitario fatto esporre da una casa farmaceutica per la promozione in occasione dell'anniversario del Viagra, sono stati alcuni addetti che, non trovando gli espositori, hanno denunciato l'accaduto ai Carabinieri. Una figuraccia, dunque, per questi ladri principianti, i quali probabilmente, ne collezioneranno un'altra, ancora più tremenda, all'atto della prestazione sessuale!

mercoledì 8 ottobre 2008

IL 16 OTTOBRE PROSSIMO SI CELEBRERA' IL GIORNO DELLA MEMORIA IN CALABRIA

Sarà celebrato il 16 ottobre prossimo (anniversario dell’uccisione del Vice Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, Francesco Fortugno) il “giorno della memoria” istituito con la legge antiracket e antiusura licenziata nel corso della precedente seduta consiliare.
Lo ha deciso l’Assemblea di Palazzo Campanella nel corso dell’ultima seduta durante la quale sono state discusse le norme di indirizzo relative ai programmi di edilizia sociale.
Si tratta di un articolato che fissa i principi generali dell'azione della Regione per la tutela del diritto alla casa.
Il provvedimento, oltre a prevedere i nuovi contratti di quartiere e la riqualificazione delle aree urbane degradate, stabilisce alcune misure di perequazione sociale a beneficio di alcune categorie di cittadini: le famiglie a basso reddito, le giovani coppie, gli studenti fuori sede, gli anziani, gli extracomunitari e le ragazze madri.
Nel corso dei lavori consiliari e' stato prorogato qnche il termine per l'attuazione dei Piani di recupero urbano, al fine di scongiurare la perdita di ingenti finanziamenti destinati agli enti locali.

I CINQUANT'ANNI DEL COLLANT

Festeggiarli o non festeggiarli? Stiamo parlando dei collant di cui, nel 2009, ricorre, il cinquantesimo compleanno da quando, nel 1959 sono stati inventati dall’inglese Allen Grant Sr.
Questo straordinario capo intimo femminile liberò le donne dalla necessità di sostenere le calze con la guepiere, un indumento non adatto ad essere indossato con i moderni pantaloni.
Una vera e propria liberazione femminile, dunque.
Assai apprezzato dalle donne è, però, un accessorio poco amato dagli uomini che, a giusta ragione, considerano questo indumento l'antitesi della seduzione.
Volete mettere una seducente ed ammaliante guepiere al posto di un indistinto, piatto e malinconico collant?

lunedì 6 ottobre 2008

Cento Comuni nella città di Gioacchino

Si è appena conclusa la Fiera dei Cento Comuni, una delle manifestazioni più importanti che la Provincia di Cosenza dedica alla valorizzazione delle eccellenze del territorio.
Dopo le edizioni con numeri assolutamente rilevanti di presenze di Altomonte, Morano, San Fili, Rende, Oriolo, Pedace, San Marco Argentano, lo scenario quest’anno è stato quello di San Giovanni in Fiore, l’indiscussa capitale della Sila, la città dell’Abate Gioacchino che, per due giorni, da sabato 4 e domenica 5 ottobre, ha ospitato la grande kermesse che ha quale filo conduttore la tradizione, il suo perdurare, le sue espressioni materiali e culturali.
Coinvolte dalla Fiera, nella quale sono convenuti gli stand espositivi di numerosi Comuni, le aree più suggestive del grande centro della Sila, dagli spazi dell’Abbazia Florense sino al bel centro storico, animate a sottolineare tutto il fascino ed il valore espresso dall’interno, categoria non solamente geografica quanto piuttosto carica della identita’ che connota un territorio come quello cosentino ed un comprensorio come quello silano.
Artigianato in vetrina e momenti di creazione condivisi con i visitatori, visite guidate per le scuole, teatro che recupera la lingua tradizionale, suoni, balli, enogastronomia: queste le proposte più significative offerte ai tanti che sono giunti a San Giovanni in Fiore da ogni parte della provincia di Cosenza e della Calabria.
Clou dell’edizione della Fiera di quest’anno il dibattito su “I sistemi turistici locali”, a cui hanno partecipato l’assessore provinciale al Turismo, Rosetta Console, il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, l’assessore regionale al Turismo, Damiano Guagliardi, rappresentanti istituzionali delle Regioni Lombardia, Veneto, Marche, Puglia, Umbria.
“La Fiera dei Cento Comuni –ci ha dichiarato Oliverio che, tra l’altro, vive e risiede a San Giovanni in Fiore- è un avvenimento che cresce di anno in anno. Quest’anno i comuni che hanno preso parte a questo importante appuntamento sono stati di gran lunga superiori rispetto all’anno scorso. Sono sempre di più, infatti, i sindaci e gli operatori che hanno capito che questa è una grande occasione per far conoscere ed apprezzare i loro prodotti, ma è anche un momento di incontro, di confronto e di dialogo sui problemi e le questioni che accomunano i piccoli e i grandi centri della nostra provincia. Un modo, insomma, per trovarsi e ritrovarsi e per proseguire il percorso comune iniziato”.
“Quest’anno –prosegue il Presidente della Provincia- c’erano anche i due Parchi Nazionali che ricadono nella nostra provincia, il Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale della Sila, a sottolineare le sinergie messe in campo in questi anni per valorizzare a fondo le nostre risorse e le nostre bellezze naturali”.
“In questi anni –conclude Oliverio- ci siamo impegnati molto per valorizzare e rilanciare il grande patrimonio culturale ed ambientale della nostra provincia che è la più grande della Calabria. La nostra è una terra ricca di eccellenze, di storia e cultura, spesso oscurate e dimenticate. Un vero e proprio scrigno prezioso che, da troppo tempo, attende di essere scoperto e valorizzato. Basti pensare all’immenso patrimonio culturale di cui dispone la sola provincia di Cosenza: 933 chiese, 23 santuari e luoghi di culto, 6 abbazie, 72 castelli, 472 palazzi d’epoca, 35 dimore storiche di eccellenza, 309 siti archeologici, 48 musei e 77 biblioteche (di cui 24 universitarie), opere d’arte di inestimabile valore come il Codex Purpureus Rossanensis, oggetto d’arte bizantina unico al mondo e la Stauroteca o Reliquario di Santa Croce custodita a Cosenza.
A ciò si aggiunge un patrimonio etnografico e linguistico del tutto originale nel panorama nazionale ed europeo, costituito da 26 comunità arbereshe e da alcune comunità occitane e valdesi”.
“La Fiera dei Cento Comuni, insieme a tante altre iniziative promosse con successo sul territorio –conclude il Presidente Oliverio- vuole essere una finestra aperta sul mondo e al mondo, Una finestra da cui far entrare aria nuova, aria fresca. Un modo nuovo di essere e di far parlare di questa regione. In cui, è vero, ci sono tante negatività, ma ci sono anche e soprattutto tantissime cose positive di cui noi calabresi, per primi, dovremo cominciare a parlare con fierezza ed orgoglio”.

ELEZIONI PROVINCIALI: OLIVERIO CONTRO GENTILE?

Negli ultimi giorni della settimana i boatos che davano per certa la candidatura di Pino Gentile alla Provincia di Cosenza sono diventati sempre più flebili e lontani.
Evidentemente qualcosa si è inceppato nei meccanismi del Popolo delle Libertà.
Le divisioni interne su quello che dovrà essere il leader del partito di Berlusconi in Calabria cominciano a farsi sentire.
L’ex assessore regionale delle Giunte Nisticò e Chiaravalloti, dopo le continue insistenze del fratello senatore, interessato ad un incarico di Sottosegretario nel governo Berlusconi e pronto a candidare il figlio alla Regione, probabilmente ha fatto e rifatto meglio i conti ed ha capito che il rischio di perdere la sfida diretta con Mario Oliverio è davvero altissimo.
Lui, nato in uno dei più antichi quartieri del centro storico di Cosenza, il “mitico” Spirito Santo da cui proviene anche Nicola Adamo, lui che ha sempre combattuto per vincere, non ci sta proprio a dover rischiare di chiudere una carriera brillantissima con una sconfitta che potrebbe rivelarsi cocente.
“Pinuzzu”, come lo chiamano gli amici più intimi, è uno che conosce uomini e cose di questa terra ed ha sempre saputo intuire e sfruttare il momento e l’occasione favorevole.
Basti ricordare le ultime elezioni, quelle del 2005, in cui ha ottenuto 18.684 voti nelle liste di Forza Italia a Cosenza ed è stato il consigliere più votato in assoluto in Calabria, migliorando con più di quattro mila preferenze il risultato ottenuto nelle consultazioni di cinque anni prima.
Attualmente è capogruppo di Fi in Consiglio regionale. E’ nato il 15 gennaio 1944.
Ha 64 anni ed è più vecchio di 10 anni del suo possibile avversario.
È stato funzionario dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Cosenza, città di cui è stato anche sindaco.
Iscritto al PSI dal 1962 nelle liste di questo partito è stato eletto consigliere regionale nelle elezioni dell’85 ed ha ricoperto l’incarico di vice Presidente dell’Ufficio di Presidenza.
Riconfermato nel ’90, Gentile è stato rieletto nelle liste del PSI di Cosenza con 24.226 voti di preferenza. Nel corso della quinta legislatura è stato riconfermato per tre volte assessore alla Pubblica istruzione.
Nella sesta legislatura è stato eletto da indipendente nella lista del Pri e nel 1996 ha aderito a Forza Italia.
Nella seconda e nella terza Giunta-Nisticò, Gentile ha ricoperto l’incarico di assessore al Bilancio e di vice presidente prima e di assessore all’Industria poi.
Nella settima Legislatura stato riconfermato assessore nelle Giunte a guida Chiaravalloti con deleghe agli Enti locali nella prima Giunta, al Turismo nella seconda ed è stato assessore al Turismo e all’Industria nella terza.
Può, uno che ha alle spalle tanti incarichi e tanti successi, rischiare di perdere quella che forse potrebbe essere l’ultima battaglia della sua lunghissima carriera politica?
Pino e il suo entourage sanno che “correre” per la guida della Provincia non è come farlo per la Regione.
Il centrosinistra in provincia di Cosenza è troppo forte. Dal Tirreno alla Sila, dal Pollino allo Jonio sono tantissimi, infatti, i comuni amministrati da sindaci di centrosinistra ben radicati nelle loro comunità.
Oliverio, tra l’altro, ha governato bene ed è fortemente stimato dalle popolazioni sparse su tutto il territorio provinciale.
Non è facile sottrarre posizioni ad un consenso così diffuso e consolidato.
E poi ci sono troppi finti amici che mentre oggi fanno finta di sbracciarsi per la candidatura di Pino Gentile, non vedono l’ora di dar inizio a “fuoco amico” per togliersi definitivamente dai piedi un concorrente scomodo, scomodissimo.
La stessa Udc, che ha in Roberto Occhiuto uno degli esponenti più prestigiosi in Calabria ed in provincia di Cosenza, probabilmente non voterebbe mai uno che fu uno dei principali artefici del definitivo abbandono di Forza Italia da parte dello stesso Occhiuto.
Alla Regione, invece, potrebbe essere tutta un’altra musica.
I cosentini, tutti i cosentini, sia quelli di centrodestra che quelli di centrosinistra, non vedono l’ora di poter finalmente rivendicare la candidatura alla presidenza per un loro rappresentante.
Da troppo tempo questa provincia, che è la più grande e la più importante della Calabria, è stata penalizzata e tagliata fuori dalla guida del Governo regionale, a tutto vantaggio soprattutto delle province di Catanzaro e Reggio Calabria.
Questa potrebbe essere l’occasione giusta per smettere di litigare e far quadrato intorno ad un uomo che, per la sua lunga esperienza nei palazzi regionali, potrebbe offrire un contributo rilevante al rilancio della Calabria e, soprattutto, della provincia di Cosenza.
Una possibile guerra all’ultimo sangue potrebbe così trasformarsi in una pace tranquilla che potrebbe vedere riconfermato Oliverio alla presidenza della Provincia, Gentile eletto governatore della Calabria e Adamo (perché no?), al Parlamento Europeo! Senatori e parlamentari permettendo, s’intende!

LA PROVINCIA DI COSENZA INVITA IL MONDO DELLA SCUOLA ALLA MOBILITAZIONE


“Siamo profondamente preoccupati e sbalorditi di fronte ai mutamenti repentini e disinvolti attuati di recente dal ministro alla Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini nei confronti del mondo della scuola in generale e di quello calabrese e cosentino in particolare, in cui si registra già una perdita netta di circa 600 posti di lavoro”.
E’ quanto affermano il Presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio e dall’Assessore Provinciale alla Pubblica Istruzione Stefania Covello, che in questo primo scorcio di autunno si sono dichiarati più volte allarmati di quanto sta avvenendo nella scuola.
“La scuola –a parere del Presidente della Provincia e del suo assessore- non può essere considerata una riserva di caccia per il bilancio dello Stato dove tagliare le risorse in modo indiscriminato per far quadrare i conti.
Essa rappresenta una priorità per lo sviluppo e la crescita del nostro paese, per la democrazia e la libertà delle persone, per promuovere coesione sociale, una nuova mobilità sociale e le condizioni per le pari opportunità.
Noi pensiamo ad una scuola di qualità in cui tutti possono dispiegare le diverse intelligenze e le diverse abilità.
Luogo fondamentale di educazione alla cittadinanza e di formazione, di apprendimenti di saperi e di conoscenza, di acquisizione di competenze.
Luogo di dialogo, di integrazione di culture e di lingue diverse, di accoglienza e di inclusione, di solidarietà e di coesione sociale in sinergia con le risorse del territorio.
Una scuola che sappia valorizzare il merito e i talenti, ma non lasci indietro nessuno”.
“Il Ministro Gelmini – proseguono Oliverio e Covello – dichiara di volere una scuola seria e formativa ma in realtà porta al disastro la scuola pubblica con i tagli devastanti agli organici e alla didattica, parla di dare senso alla scuola ma chiude i laboratori e lascia le strutture fatiscenti e gli studenti senza strumenti per il diritto allo studio, mette il voto in condotta per l'emergenza bullismo, ma la vera emergenza sono le sue scelte politiche sbagliate, che mirano esclusivamente alla totale privatizzazione del sistema scolastico italiano.
Per effetto di tali politiche ed a seguito della rivisitazione in atto del numero degli insegnanti di sostegno e dalla diminuzione delle ore, tantissimi ragazzi e ragazze calabresi e cosentini rischiano di subire pesantissimi disagi dal punto di vista umano, culturale e organizzativo. Ulteriori effetti negativi potrebbero derivare, inoltre, da una serie di tagli già paventati che andrebbero ad aggravare pesantemente la già difficile situazione delle nostre scuole con conseguenze disastrose che pregiudicherebbero definitivamente ogni garanzia e certezza del diritto allo studio”.
“Rispetto a questa situazione gravissima che potrebbe provocare conseguenze inattese –aggiungono Oliverio e Covello- riteniamo sia necessario ed urgente avviare immediatamente un tavolo di confronto tra forze istituzionali (Regione, Provincia, Comuni), Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale, forze sociali e dirigenti scolastici, a cui invitare anche i docenti e i non docenti sui quali ricadono gli effetti più negativi ed immediati dei cambiamenti in atto. Già nei prossimi giorni ci attiveremo per giungere ad un primo incontro entro la fine del mese.”
“L’iniziativa -aggiungono i due esponenti dell’Amministrazione Provinciale di Cosenza- deve servire ad avviare un’analisi profonda ed obiettiva della situazione attuale e a valutare le necessarie iniziative da mettere in campo unitariamente, al fine di predisporre proposte alternative e respingere definitivamente provvedimenti inammissibili, che andrebbero a modificare profondamente gli equilibri interni al mondo della scuola e che, soprattutto in molti piccoli comuni, potrebbero addirittura mettere in discussione la sopravvivenza stessa dell’istituzione scolastica che, in molti casi, rappresenta l’unico momento di aggregazione sociale”.
“Di fronte ad uno scenario così grave e preoccupante –concludono il Presidente Oliverio e l’assessore Covello- riaffermiamo il nostro impegno e la nostra vicinanza attiva al mondo della scuola e invitiamo tutti gli attori politici, culturali e sociali della provincia di Cosenza a tenere alta la vigilanza e a mobilitarsi unitariamente, affinché la scuola sia finalmente messa nelle condizioni di lavorare nella necessaria tranquillità”.

venerdì 11 aprile 2008

BIMBA INDIANA NASCE CON DUE FACCE ED E' CONSIDERATA UNA DEA

Si chiama Lali, che significa “dalle guance rosate”, è indiana, ha un mese di vita ed è nata da una famiglia di operai in un piccolo villaggio a 55 chilometri da Nuova Delhi.
La bambina è ha due facce (due nasi, due bocche e due paia di occhi), mangia con entrambe le bocche e sbatte tutte le palpebre e la famiglia rifiuta di interessare del caso i medici, poiché la considera la reincarnazione di Shakti, la dea indù del potere.
Probabilmente la piccola soffre di una duplicazione cranio facciale, una malattia congenita molto rara. Da quando è nata, la sua povera casa è letteralmente invasa da centinaia di persone che giungono da tutte le parti dell’India per adorare la bimba e cercare benedizioni.
“Questa nascita –ha dichiarato il capo-villaggio, Daulat Ram, che probabilmente intravvede nell’avvenimento anche un’opportunità turistica ed economica per la sua piccola comunità- è un miracolo ed un buon segno per tutto il villaggio”.

INCREDIBILE, MA VERO!!!

domenica 6 aprile 2008

MIGLIAIA DI PERSONE SFILANO IN FRANCIA PER LA LIBERAZIONE DI INGRID BETANCOURT

La Francia fa sul serio.
Dopo aver protestato vibratamente nei giorni e nelle settimane scorse e aver inviato una missione umanitaria, insieme a Spagna e Svizzera per tentare una contatto con i guerriglieri della Farc che dal 2002 tengono in ostaggio la senatrice franco-colombiana lngrid Betancourt gravemente malata, oggi è stata protagonista di una serie di manifestazioni in 17 città, dove migliaia di persone hanno sfilato in quella che è stata definita la “marcia bianca”.
Tale definizione deriva dal fatto che tutti i partecipanti indossavano abiti bianchi e soprattutto perché, attraverso di essa, si è voluto lanciare un chiaro messaggio di pace a tutto il mondo.
Era stato proprio il figlio della Betancourt, Lorenzo Delloye-Betancourt, a lanciare in un video la scorsa settimana un accorato appello al mondo intero, e in particolare ai presidenti Uribe, Chavez, a Sarkozy, per sollecitare ulteriormente la liberazione della madre.
Sempre dal giovane è venuta l’idea di organizzare la marcia.
La Betancourt fu rapita insieme alla vice-candidata presidenziale e amica, Clara Rojas, durante un rischioso viaggio fra le città di Florencia e San Vicente del Caguan, capoluogo della 'zona di distensione' nel sud della Colombia controllata all'epoca dalla Farc cinque giorni dopo la rottura del negoziato di pace con l'allora presidente Andres Pastrana.

CINTESTATO IL PASSAGGIO DELLA FIACCOLA OLIMPICA A LONDRA

Un uomo è riuscito a strappare la torcia olimpica dalle mani del tedoforo prima che la polizia lo inchiodasse a terra. Due altre persone hanno cercato di spegnere la fiamma olimpica con un estintore.
E’ quanto è accaduto oggi a Londra dove migliaia di manifestanti, che agitavano bandiere del Tibet e urlavano "Cina vergogna", hanno contestato il passaggio della torcia olimpica-
La polizia ha arrestato 35 persone, dopo aver tentato ripetutamente di respingere i manifestanti, che si sono letteralmente gettati sul cammino della fiaccola (una cinquantina di chilometri) a piedi, in bici, in barca e dai bus. La fiaccola stasera arriverà a Parigi.

LADRO A SEDICI ANNI PER ACQUISTARE ABITI GRIFFATI

Un ragazzo di sedici anni, incensurato e studente, avrebbe compiuto una serie di rapine in alcuni supermercati di Cosenza per acquistare dei capi di abbigliamento griffati.
Il giovane è stato identificato dagli agenti della squadra mobile ed affidato ai genitori, entrambi impiegati, che si sono dichiarati stupiti ed esterrefatti del coinvolgimento del figlio nelle rapine.
Non è il primo caso in cui un minorenne viene acciuffato ed accusato di aver compiuto atti di una certa gravità per “essere alla moda”.
Il mondo in cui viviamo, purtroppo, spinge i giovani a desiderare spesso l’impossibile e a far di tutto per ottenerlo.
La famiglia e la scuola dovrebbero essere i luoghi privilegiati in cui si trasmettono i valori dell’equilibrio ed in cui si impara a guadagnarsi le cose che si desiderano con onestà e con il sudore della propria fronte.
Purtroppo, però, spesso non è così.
I genitori lavorano e tante volte non hanno nemmeno il tempo di seguire i propri figli.
Tant’è che quando scoprono le malefatte è sempre troppo tardi.
E’ possibile continuare a vivere così?
E’ possibile vivere in una società che pensa solo a lavorare per vivere?
Non sarebbe, invece, meglio vivere per lavorare?
Francesco Dinapoli

sabato 5 aprile 2008

OMAGGIO A MARTIN LUTHER KING A QUARANT'ANNI DALLA MORTE


Sono passati quarant’anni da quando, il 4 aprile del 1968, veniva assassinato il reverendo Martin Luther King con alcuni colpi di fucile sulla veranda del motel «Lorraine» di Memphis.
L’America di allora non era quella di oggi. Bianchi e neri erano separati da un muro di pregiudizi e di odio.
Le croci del Ku Klux Klan infuocavano le notti di razzismo e di morte.
Se oggi l’America non è più quella di quarant’anni fa molto lo si deve a Martin Luther King che ha avuto un sogno, ha creduto e sperato in esso.
Di seguito pubblichiamo alcuni brani del suo più celebre discorso pronunciato il 28 agosto 1063 e passato alla storia con il titolo:
I HAVE A DREAM” (Ho un sogno):

“Oggi vi dico, amici, non indugiamo nella valle della disperazione.
Anche di fronte alle difficoltà dell'oggi e di domani, io ho ancora un sogno.
È un sogno fortemente radicato nel sogno americano.
Ho un sogno, che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo: "Riteniamo queste verità di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali". Ho un sogno, che un giorno, sulle rosse colline della Georgia, i figli degli antichi schiavi e i figli degli antichi proprietari di schiavi riusciranno a sedersi insieme al tavolo della fratellanza. Ho un sogno, che un giorno persino lo stato del Mississippi, uno stato che soffoca per l'afa dell'ingiustizia, che soffoca per l'afa dell'oppressione, sia trasformato in un'oasi di libertà e di giustizia. Ho un sogno, che i miei quattro bambini un giorno vivranno in una nazione in cui non siano giudicati in base al colore della loro pelle, ma in base al contenuto del loro carattere. Ho un sogno oggi!
Ho un sogno, che un giorno, giù in Alabama, con i suoi razzisti immorali, con il suo governatore le cui labbra gocciolano delle parole "interposizione" e "nullificazione" - un giorno proprio là in Alabama bambini neri e bambine nere possano prendersi per mano con bambini bianchi e bambine bianche come sorelle e fratelli.
Ho un sogno oggi!
Ho un sogno, che un giorno ogni valle sia colmata, e ogni monte e colle siano abbassati, i luoghi tortuosi vengano resi piani e i luoghi curvi raddrizzati…”
E noi, oggi, quale sogno abbiamo per noi stessi e per i nostri figli?
Francesco Dinapoli

UN'ALTRA CALABRIA E' ANCORA POSSIBILE


Dopo i commercianti, anche gli studenti delle scuole crotonesi sono scesi in piazza per gridare il loro ”no" deciso alla ‘ndrangheta e per rispondere agli atti criminali causati dalla lotta tra clan che, negli ultimi tempi, ha insanguinato la provincia di Crotone.
Circa un migliaio di giovani hanno marciato cantando la canzone “Cento passi” dei Modena City Ramblers ispirata a Peppino Impastatato, dando così voce alla Crotone che vuole vivere nella legalità, che ha voglia di lottare e di credere in un futuro diverso per affermare, come è stato scritto su uno striscione, che "Un’altra Calabria è ancora possibile".

mercoledì 2 aprile 2008

TRE ANNI FA MORIVA PAPA WOITYLA

Oggi ricorre il terzo anniversario della morte di Giovanni Paolo II.
La causa di beatificazione procede, il postulatore, monsignor Slawomir Oder, ha consegnato la bozza della Positio al relatore della Congregazione delle cause dei Santi.
Giovanni Paolo II° è stato un grande papa, che ha vissuto totalmente immerso in Dio e ha insegnato alla nostra generazione come la fermezza su ciò che è essenziale della fede si possa coniugare con una straordinaria apertura verso tutti. E’ stato un evangelizzatore e un uomo di pace.
Il suo successore Benedetto XVI, che lo ha commemorato domenica scorsa prima del Regina Coeli e che celebrerà la messa in suo suffragio, gli è stato accanto nel delicato compito di “custode della fede” più a lungo di qualsiasi altro responsabile di dicastero.
Woityla è stato il primo Papa del III millennio.
Il primo papa non italiano dopo 455 anni, e il primo polacco nella storia dei pontefici romani.
Il primo successore di Pietro il cui operato sia stato seguito e conosciuto da miliardi di fedeli negli angoli più sperduti della terra. Le cui parole hanno saputo toccare anche i laici.
Il Pontefice che ha voluto incontrare personalmente il maggior numero in assoluto di credenti, politici, religiosi e intellettuali nel mondo e nella storia, nonostante il tormento della malattia.
Il primo che si è costantemente impegnato contro la guerra e prodigato a favore del dialogo tra le religioni. Colui che ha portato a termine un numero senza precedenti di viaggi apostolici, beatificazioni e santificazioni. Colui che ha reinterpretato il papato dandogli quella proiezione planetaria che non aveva mai avuto. Che è diventato portavoce dei diritti umani, difensore dei deboli nelle società opulente e capitaliste.
Il Papa che ha avuto il coraggio di dire: 'Non c'e' piu' la Chiesa del silenzio, ora parla con la mia voce'. Il Papa che ha pronunciato un 'Mea culpa' in San Pietro sui torti e gli errori dei cristiani. Tanto autenticamente mistico, quanto intuitivamente mediatico, Giovanni Paolo II, il Papa 'venuto da un paese lontano' eppure così immerso nella contemporaneita', in 26 anni di pontificato ha segnato la storia della Chiesa e del mondo.

SI CONCLUDONO I FESTEGGIAMENTI PER IL V° CENTENARIO DELLA MORTE DI SAN FRANCESCO DI PAOLA

Si concludono ufficialmente oggi a Paola i solenni festeggiamenti organizzati per celebrare il V° Centenario della morte di San Francesco di Paola.
Questa mattina, nel corso di una Santa Messa solenne concelebrata dal cardinale Attilio Nicora insieme a tutti i vescovi della Calabria, il sindaco di Paola, avv. Roberto Perrotta, ha consegnato al Santo una chiave preparata dall’orafo Gerardo Sacco con l’oro offerto generosamente da tutti i paolani.
Ricordiamo che per la donazione della chiave sono stati raccolti nelle gioiellerie accreditate di Paola ben kg 5.263,10 di monili d’oro, fusi il 7 febbraio scorso sul sagrato e sotto la splendida facciata della Basilica in due lingotti del peso di kg 5.255 dallo stesso Maestro Gerardo Sacco, l’orafo delle dive, rappresentante degli orafi italiani nel mondo.
E’ la terza volta che l’oro offerto dai fedeli e dai devoti paolani viene fuso presso il Santuario: la prima volta per la realizzazione del prezioso reliquario contenente le Sacre Ossa dell’Eremita restituite dalla Francia a Paola il 4 maggio 1935 e la seconda per la Lampada Votiva, benedetta ed accesa la prima volta il 13 ottobre 1946.
La chiave pesa circa 1.300 gr. e il suo stelo è di 2 cm.
La sua impugnatura porta su entrambi i lati, in cima, lo stemma Charitas e al centro del lato A, finemente cesellati, l’immagine di San Francesco di Paola racchiusa in un cuore tenuto da due angeli, sul tubo la rappresentazione del prodigio delle fiamme sulla Casa Natale in occasione della nascita dell’Eremita ed i miracoli della resurrezione del nipote Nicola, del fuoco preso e tenuto tra le mani di Martinello, sul dentellato chiavistello la scritta “Il popolo di Paola devoto”.
Al centro del lato B, sempre nel cuore retto da due angeli, figurano l’immagine dello Spirito Santo che irradia una moltitudine di popolo, l’attraversamento dello Stretto di Messina, le Pietre del Miracolo, la morte del Santo, mentre sulla dentellatura del chiavistello è inciso il baldacchino della Maggior Porta dell’antica cinta muraria di Paola con la statua di San Francesco, simboleggiante il Patronato e la protezione del Santo sulla città.
L’oro eccedente verrà destinato all’abbellimento ed alle necessità della Casa Natale di San Francesco. Questo anche in previsione ed in preparazione delle solenni celebrazioni del Seicentenario della nascita dell’Eremita (27 marzo 2016) e del Cinquecentenario della sua Canonizzazione (01 maggio 2019), che rappresentano senza dubbio alcuno per le popolazioni calabresi ulteriori irripetibili occasioni per poter migliorare le condizioni materiali e spirituali di vita della regione.
Alle ore 19, nel corso di un’altra solenne celebrazione, sarà offerto al Santo il nuovo bastone per il busto.
Il programma civile prevede, infine, un grande concerto-omaggio a San Francesco presso la Chiesa nuova del Santuario con Cecilia Gasdia, Sebastiano Somma (voce recitante) e Claudio Brizi all’organo.
I tradizionali fuochi d’artificio, che quest’anno si prevedono fantasmagorici, concluderanno i festeggiamenti.

sabato 22 marzo 2008

LA LETTERA DI WALTER VELTRONI

AL "POPOLO" DELLE PRIMARIE


Ci siamo. Siamo arrivati al momento decisivo.
Con la sua nascita, il Partito Democratico ha cominciato a cambiare la politica italiana, lo ha fatto grazie alla tua partecipazione, alla tua passione, che insieme a quella di altri milioni di persone, in una bellissima giornata di ottobre, ha permesso di realizzare il progetto, il sogno, che avevamo nel cuore.
Ora abbiamo, fra poche settimane, l’occasione per dare corpo, per tradurre in atti concreti, quella che è la ragione, la missione, il senso stesso del Partito Democratico: cambiare l’Italia, unirla, liberare le sue energie e farla crescere, restituire agli italiani e soprattutto ai giovani, alle nuove generazioni, speranza, fiducia nel futuro, serenità, sicurezza. È stata la tua presenza, quel 14 ottobre, ad avviare il tempo del coraggio e del cambiamento, a darci la forza di candidarci da soli alla guida del Paese, finalmente liberi di presentare le nostre idee, le nostre proposte, il nostro programma di governo. Dopo la nostra scelta tutto si è messo in movimento. È diventato chiaro, evidente, che da una parte c’è il passato, dall’altra c’è il futuro. Da una parte c’è la riproposizione di un film già visto, con gli stessi interpreti, con lo stesso copione, tutto esattamente come prima. Dall’altra la possibilità di uscire dal clima di odio e dalle divisioni di questi ultimi quindici anni, di voltare pagina,di cambiare non semplicemente un governo, ma il Paese.
È per questo che io mi sono candidato. Non per ricoprire una carica, ma per contribuire al cambiamento che serve all’Italia.
Gli italiani si stanno accorgendo di quanto sia netta, e decisiva, la scelta che faranno il 13 e il 14 aprile. Me ne rendo conto sempre di più ogni giorno, in ogni tappa del viaggio appassionante che mi sta portando in tutte le province italiane. C’è un’Italia viva, c’è un’Italia che è in piedi, ci sono italiani che faticano e lavorano, che studiano, che hanno idee e investono su se stessi per realizzarle, che si occupano degli altri, che fanno sacrifici per mantenere con onestà la loro famiglia.
È a tutti loro, è a questa Italia vera, che noi vogliamo parlare. La campagna elettorale è difficile, ma è aperta. Molto più di quanto non si pensasse all’inizio. In poche settimane abbiamo recuperato terreno,e moltissime sono le persone ancora indecise.
L’esito non è affatto scritto, e dipenderà da quello che ognuno di noi riuscirà a fare da qui al 13 aprile.
Il tuo impegno è fondamentale. Ti chiedo, per questo, di tornare domenica 30 marzo nel circolo, nell’associazione, nella sede dove hai votato alle primarie di ottobre.

Lì troverai materiale, opuscoli, vademecum e “istruzioni per l’uso” che ti aiuteranno a partecipare in modo ancora più attivo alle ultime due settimane di campagna elettorale.
Il risultato dipende anche da te.
Da te dipende quello che insieme potremo fare.
Quello che insieme faremo per l’Italia.


Walter Veltroni
LA SANTA PASQUA E L’INIZIO DELLA PRIMAVERA
OVVERO IL TRIONFO DELLA VITA SULLA MORTE

L’inizio della primavera quest’anno coincide con la Santa Pasqua.
Una coincidenza che non può non suggerirci una riflessione profonda sulla caducità della nostra condizione umana.
Le due ricorrenze, infatti, hanno un significato comune: il trionfo della vita sulla morte.
Ovvero la resurrezione.
E’ il miracolo della vita che rinasce, proprio quando la morte sembra affermarsi e prevalere definitivamente.
E’ il trionfo della speranza sulla disperazione, la certezza che, nonostante tutto, nonostante ogni cosa sia indirizzata verso la morte, alla fine a prevalere è sempre la vita.
A tal proposito vorrei dedicarvi la poesia “Specchio” di Salvatore Quasimodo, che descrive in maniera mirabile il miracolo che riaccade ogni anno.


SPECCHIO
di Salvatore Quasimodo

Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell'erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.

E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era.
(da: Acque e terre (1920-1929)
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venerdì 21 marzo 2008


E' PASQUA

DIO SI E' FATTO
COMPAGNIA DELL'UOMO

BUONA PASQUA

A TUTTI

LA RICETTA DI BERLUSCONI
PER SUPERARE IL PRECARIATO


Sposare suo figlio o l'erede di un milionario.
E' questa l’allucinante risposta che il leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, ha dato ad una studentessa e precaria, Perla Pavoncello, che, nel corso di 'Punto di vista' del Tg2, gli chiedeva come è possibile per le giovani coppie mettere su famiglia senza la sicurezza di un reddito fisso.
''Lei – ha dichiarato Berlusconi rivolto alla giovane ospite in studio - mi chiede dei problemi delle giovani coppie di precari. Io, da padre, le consiglio di cercare di sposare il figlio di Berlusconi o qualcun altro del genere; e credo che, con il suo sorriso, se lo può certamente permettere''.
Senza voler fare del moralismo di bassa lega, mi sembra, però, che questa risposta indichi chiaramente quanto certa poltica e certi uomini politici abbiano a cuore il problema dei giovani e dei precari. Rispondere così ad una giovane costretta a sbarcare quotidianamente il lunario per vivere è indice di una grande mancanza di rispetto rispetto ai problemi dei giovani precari.
E se la ragazza avesse detto di essere disoccupata, cosa le avrebbe consigliato il Cavaliere?

Di fare una rapina?

APPELLO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI COSENZA ON.MARIO OLIVERIO,

PER LA LIBERAZIONE DI INGRID BETANCOURT


Condividiamo pienamente e volentieri pubblichiamo l'appello che il Presidente Oliverio ha rivolto ai cosentini per la liberazione di Ingrid Betancourt

"Ingrid Betancourt, da sei anni prigioniera dei guerriglieri colombiani e simbolo, suo malgrado, della lotta per i diritti umani, sta molto male, soffre di epatite B ed è vicina alla fine.Più volte, in queste ore, i suoi familiari hanno invitato il mondo intero a mobilitarsi e a chiederne la liberazione.Di fronte ai loro accorati appelli non possiamo non sentirci coinvolti ed interpellati anche noi.
Il nostro grido "Ingrid libera" deve affiancarsi a quello per Aung San Su Kyi, per i monaci birmani, per ogni persona nel mondo i cui diritti vengano calpestati.
Non saremmo uomini e donne liberi se rinunciassimo a batterci per la loro libertà.
Le loro esistenze ci dicono che la politica quando è portatrice di cambiamenti reali, di battaglie giuste, può fare paura, essere imbrigliata o addirittura imprigionata.
E questo non deve accadere mai, in nessuna parte del mondo.
Ingrid Betancourt è un simbolo per i colombiani, ma non solo.
E' un simbolo anche per tutti coloro che sono contro la corruzione, la violenza, l'ipocrisia di un potere che attecchisce ed è forte soprattutto là dove si coltiva l'ignoranza, la non consapevolezza dei diritti fondamentali dell'uomo.
Se non la lasceremo sola, ella vivrà e continuerà a combattere.
Il Governo e il Parlamento italiani, l'Unione Europea, devono intraprendere ogni possibile azione che porti al suo rilascio. Alle coscienze libere e democratiche, ai giovani e alle donne, alla Chiesa, alle forze economiche e sociali, al mondo della scuola, dell'università e della cultura della provincia di Cosenza e della Calabria, chiedo di unirsi al nostro appello e a mobilitarsi massicciamente in questa grandissima battaglia di civiltà, assumendo in tutti gli ambiti opportune iniziative che contribuiscano a far crescere la pressione internazionale e portino, finalmente, alla definitiva liberazione di questa donna forte e coraggiosa, la cui lotta per la democrazia e per la libertà del suo popolo, deve diventare anche la nostra lotta.
ELEZIONI: IL SUD ABBANDONATO A SE STESSO?


A poco meno di un mese dalle elezioni si ha l’impressione che regioni come Calabria, Sicilia e Campania siano state, ormai, abbandonate a se stesse dalle maggiori forze politiche nazionali.
Anzi, è come se esse dovessero servire da esempio da additare al pubblico ludibrio per mostrare l’altro volto della politica. Quello negativo, non più riproponibile.
Non è un caso, infatti, che in città come Verona, capitale del ricco ed opulento Nord-Est, l’on. Marco Minniti, Vice Ministro all’Interno, parlando prima di Veltroni, abbia fortemente sottolineato che il problema della sicurezza in regioni particolarmente “a rischio” si affronta con uomini forti come i prefetti De Sena e Serra e mandando a casa gran parte del vecchio gruppo dirigente che ha la responsabilità di aver affossato queste regioni.
Il sud di Bassolino e della spazzatura napoletana, la Sicilia di Cuffaro condannato in primo grado per favoreggiamento, il sud degli inquisiti eccellenti e dell'emergenza sanitaria in Calabria, creano problemi.
Non tanto al centrodestra che ha nella Lega e nel suo stesso Dna una vocazione antimeridionale, ma soprattutto al Partito Democratico che ha due grandi questioni urgenti da affrontare e risolvere: accreditarsi come “il nuovo che avanza” e rimontare posizioni nelle aree forti del Settentrione.
Alcuni dei maggiori leader del Pd sembrano essere stati fortemente contagiati dall’idea secessionista cavalcata dalla Lega. E’ come se prevalesse anche in loro il desiderio di distinguere tra buoni e cattivi: da una parte l’Italia che lavora e produce e, dall’altra, l’Italia mafiosa e tangentara, abituata a sprecare risorse e ad essere assistita dallo Stato.
Ha fatto bene, oggi, il Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, a prendere le distanze da una politica strabica, concentrata soprattutto sulle aree forti del Paese, lontana anni-luce dai problemi del sud e della gente che in esso continua a vivere e lavorare, sbarcando ogni giorno il lunario. Chissà che non ci sia bisogno di creare anche nel Mezzogiorno d’Italia, una Lega Sud che finalmente faccia sentire e rispettare le esigenze di un popolo meridionale, che non è fatto solo di corrotti e disonesti, che affronta mille sacrifici quotidiani per contribuire al progresso e allo sviluppo di tutto il Paese e vanta storia, cultura e tradizioni millenarie che altri nemmeno si sognano.