venerdì 21 marzo 2008


APPELLO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI COSENZA ON.MARIO OLIVERIO,

PER LA LIBERAZIONE DI INGRID BETANCOURT


Condividiamo pienamente e volentieri pubblichiamo l'appello che il Presidente Oliverio ha rivolto ai cosentini per la liberazione di Ingrid Betancourt

"Ingrid Betancourt, da sei anni prigioniera dei guerriglieri colombiani e simbolo, suo malgrado, della lotta per i diritti umani, sta molto male, soffre di epatite B ed è vicina alla fine.Più volte, in queste ore, i suoi familiari hanno invitato il mondo intero a mobilitarsi e a chiederne la liberazione.Di fronte ai loro accorati appelli non possiamo non sentirci coinvolti ed interpellati anche noi.
Il nostro grido "Ingrid libera" deve affiancarsi a quello per Aung San Su Kyi, per i monaci birmani, per ogni persona nel mondo i cui diritti vengano calpestati.
Non saremmo uomini e donne liberi se rinunciassimo a batterci per la loro libertà.
Le loro esistenze ci dicono che la politica quando è portatrice di cambiamenti reali, di battaglie giuste, può fare paura, essere imbrigliata o addirittura imprigionata.
E questo non deve accadere mai, in nessuna parte del mondo.
Ingrid Betancourt è un simbolo per i colombiani, ma non solo.
E' un simbolo anche per tutti coloro che sono contro la corruzione, la violenza, l'ipocrisia di un potere che attecchisce ed è forte soprattutto là dove si coltiva l'ignoranza, la non consapevolezza dei diritti fondamentali dell'uomo.
Se non la lasceremo sola, ella vivrà e continuerà a combattere.
Il Governo e il Parlamento italiani, l'Unione Europea, devono intraprendere ogni possibile azione che porti al suo rilascio. Alle coscienze libere e democratiche, ai giovani e alle donne, alla Chiesa, alle forze economiche e sociali, al mondo della scuola, dell'università e della cultura della provincia di Cosenza e della Calabria, chiedo di unirsi al nostro appello e a mobilitarsi massicciamente in questa grandissima battaglia di civiltà, assumendo in tutti gli ambiti opportune iniziative che contribuiscano a far crescere la pressione internazionale e portino, finalmente, alla definitiva liberazione di questa donna forte e coraggiosa, la cui lotta per la democrazia e per la libertà del suo popolo, deve diventare anche la nostra lotta.

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