ELEZIONI: IL SUD ABBANDONATO A SE STESSO?
A poco meno di un mese dalle elezioni si ha l’impressione che regioni come Calabria, Sicilia e Campania siano state, ormai, abbandonate a se stesse dalle maggiori forze politiche nazionali.
Anzi, è come se esse dovessero servire da esempio da additare al pubblico ludibrio per mostrare l’altro volto della politica. Quello negativo, non più riproponibile.
Non è un caso, infatti, che in città come Verona, capitale del ricco ed opulento Nord-Est, l’on. Marco Minniti, Vice Ministro all’Interno, parlando prima di Veltroni, abbia fortemente sottolineato che il problema della sicurezza in regioni particolarmente “a rischio” si affronta con uomini forti come i prefetti De Sena e Serra e mandando a casa gran parte del vecchio gruppo dirigente che ha la responsabilità di aver affossato queste regioni.
Il sud di Bassolino e della spazzatura napoletana, la Sicilia di Cuffaro condannato in primo grado per favoreggiamento, il sud degli inquisiti eccellenti e dell'emergenza sanitaria in Calabria, creano problemi.
Non tanto al centrodestra che ha nella Lega e nel suo stesso Dna una vocazione antimeridionale, ma soprattutto al Partito Democratico che ha due grandi questioni urgenti da affrontare e risolvere: accreditarsi come “il nuovo che avanza” e rimontare posizioni nelle aree forti del Settentrione.
Alcuni dei maggiori leader del Pd sembrano essere stati fortemente contagiati dall’idea secessionista cavalcata dalla Lega. E’ come se prevalesse anche in loro il desiderio di distinguere tra buoni e cattivi: da una parte l’Italia che lavora e produce e, dall’altra, l’Italia mafiosa e tangentara, abituata a sprecare risorse e ad essere assistita dallo Stato.
Ha fatto bene, oggi, il Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, a prendere le distanze da una politica strabica, concentrata soprattutto sulle aree forti del Paese, lontana anni-luce dai problemi del sud e della gente che in esso continua a vivere e lavorare, sbarcando ogni giorno il lunario. Chissà che non ci sia bisogno di creare anche nel Mezzogiorno d’Italia, una Lega Sud che finalmente faccia sentire e rispettare le esigenze di un popolo meridionale, che non è fatto solo di corrotti e disonesti, che affronta mille sacrifici quotidiani per contribuire al progresso e allo sviluppo di tutto il Paese e vanta storia, cultura e tradizioni millenarie che altri nemmeno si sognano.
A poco meno di un mese dalle elezioni si ha l’impressione che regioni come Calabria, Sicilia e Campania siano state, ormai, abbandonate a se stesse dalle maggiori forze politiche nazionali.
Anzi, è come se esse dovessero servire da esempio da additare al pubblico ludibrio per mostrare l’altro volto della politica. Quello negativo, non più riproponibile.
Non è un caso, infatti, che in città come Verona, capitale del ricco ed opulento Nord-Est, l’on. Marco Minniti, Vice Ministro all’Interno, parlando prima di Veltroni, abbia fortemente sottolineato che il problema della sicurezza in regioni particolarmente “a rischio” si affronta con uomini forti come i prefetti De Sena e Serra e mandando a casa gran parte del vecchio gruppo dirigente che ha la responsabilità di aver affossato queste regioni.
Il sud di Bassolino e della spazzatura napoletana, la Sicilia di Cuffaro condannato in primo grado per favoreggiamento, il sud degli inquisiti eccellenti e dell'emergenza sanitaria in Calabria, creano problemi.
Non tanto al centrodestra che ha nella Lega e nel suo stesso Dna una vocazione antimeridionale, ma soprattutto al Partito Democratico che ha due grandi questioni urgenti da affrontare e risolvere: accreditarsi come “il nuovo che avanza” e rimontare posizioni nelle aree forti del Settentrione.
Alcuni dei maggiori leader del Pd sembrano essere stati fortemente contagiati dall’idea secessionista cavalcata dalla Lega. E’ come se prevalesse anche in loro il desiderio di distinguere tra buoni e cattivi: da una parte l’Italia che lavora e produce e, dall’altra, l’Italia mafiosa e tangentara, abituata a sprecare risorse e ad essere assistita dallo Stato.
Ha fatto bene, oggi, il Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, a prendere le distanze da una politica strabica, concentrata soprattutto sulle aree forti del Paese, lontana anni-luce dai problemi del sud e della gente che in esso continua a vivere e lavorare, sbarcando ogni giorno il lunario. Chissà che non ci sia bisogno di creare anche nel Mezzogiorno d’Italia, una Lega Sud che finalmente faccia sentire e rispettare le esigenze di un popolo meridionale, che non è fatto solo di corrotti e disonesti, che affronta mille sacrifici quotidiani per contribuire al progresso e allo sviluppo di tutto il Paese e vanta storia, cultura e tradizioni millenarie che altri nemmeno si sognano.
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