Sono passati quarant’anni da quando, il 4 aprile del 1968, veniva assassinato il reverendo Martin Luther King con alcuni colpi di fucile sulla veranda del motel «Lorraine» di Memphis.
L’America di allora non era quella di oggi. Bianchi e neri erano separati da un muro di pregiudizi e di odio.
Le croci del Ku Klux Klan infuocavano le notti di razzismo e di morte.
Se oggi l’America non è più quella di quarant’anni fa molto lo si deve a Martin Luther King che ha avuto un sogno, ha creduto e sperato in esso.
Di seguito pubblichiamo alcuni brani del suo più celebre discorso pronunciato il 28 agosto 1063 e passato alla storia con il titolo: “I HAVE A DREAM” (Ho un sogno):
Se oggi l’America non è più quella di quarant’anni fa molto lo si deve a Martin Luther King che ha avuto un sogno, ha creduto e sperato in esso.
Di seguito pubblichiamo alcuni brani del suo più celebre discorso pronunciato il 28 agosto 1063 e passato alla storia con il titolo: “I HAVE A DREAM” (Ho un sogno):
“Oggi vi dico, amici, non indugiamo nella valle della disperazione.
Anche di fronte alle difficoltà dell'oggi e di domani, io ho ancora un sogno.
È un sogno fortemente radicato nel sogno americano.
Ho un sogno, che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo: "Riteniamo queste verità di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali". Ho un sogno, che un giorno, sulle rosse colline della Georgia, i figli degli antichi schiavi e i figli degli antichi proprietari di schiavi riusciranno a sedersi insieme al tavolo della fratellanza. Ho un sogno, che un giorno persino lo stato del Mississippi, uno stato che soffoca per l'afa dell'ingiustizia, che soffoca per l'afa dell'oppressione, sia trasformato in un'oasi di libertà e di giustizia. Ho un sogno, che i miei quattro bambini un giorno vivranno in una nazione in cui non siano giudicati in base al colore della loro pelle, ma in base al contenuto del loro carattere. Ho un sogno oggi!
Ho un sogno, che un giorno, giù in Alabama, con i suoi razzisti immorali, con il suo governatore le cui labbra gocciolano delle parole "interposizione" e "nullificazione" - un giorno proprio là in Alabama bambini neri e bambine nere possano prendersi per mano con bambini bianchi e bambine bianche come sorelle e fratelli.
Ho un sogno oggi!
Ho un sogno, che un giorno ogni valle sia colmata, e ogni monte e colle siano abbassati, i luoghi tortuosi vengano resi piani e i luoghi curvi raddrizzati…”
È un sogno fortemente radicato nel sogno americano.
Ho un sogno, che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo: "Riteniamo queste verità di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali". Ho un sogno, che un giorno, sulle rosse colline della Georgia, i figli degli antichi schiavi e i figli degli antichi proprietari di schiavi riusciranno a sedersi insieme al tavolo della fratellanza. Ho un sogno, che un giorno persino lo stato del Mississippi, uno stato che soffoca per l'afa dell'ingiustizia, che soffoca per l'afa dell'oppressione, sia trasformato in un'oasi di libertà e di giustizia. Ho un sogno, che i miei quattro bambini un giorno vivranno in una nazione in cui non siano giudicati in base al colore della loro pelle, ma in base al contenuto del loro carattere. Ho un sogno oggi!
Ho un sogno, che un giorno, giù in Alabama, con i suoi razzisti immorali, con il suo governatore le cui labbra gocciolano delle parole "interposizione" e "nullificazione" - un giorno proprio là in Alabama bambini neri e bambine nere possano prendersi per mano con bambini bianchi e bambine bianche come sorelle e fratelli.
Ho un sogno oggi!
Ho un sogno, che un giorno ogni valle sia colmata, e ogni monte e colle siano abbassati, i luoghi tortuosi vengano resi piani e i luoghi curvi raddrizzati…”
E noi, oggi, quale sogno abbiamo per noi stessi e per i nostri figli?
Francesco Dinapoli
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