sabato 22 marzo 2008

LA LETTERA DI WALTER VELTRONI

AL "POPOLO" DELLE PRIMARIE


Ci siamo. Siamo arrivati al momento decisivo.
Con la sua nascita, il Partito Democratico ha cominciato a cambiare la politica italiana, lo ha fatto grazie alla tua partecipazione, alla tua passione, che insieme a quella di altri milioni di persone, in una bellissima giornata di ottobre, ha permesso di realizzare il progetto, il sogno, che avevamo nel cuore.
Ora abbiamo, fra poche settimane, l’occasione per dare corpo, per tradurre in atti concreti, quella che è la ragione, la missione, il senso stesso del Partito Democratico: cambiare l’Italia, unirla, liberare le sue energie e farla crescere, restituire agli italiani e soprattutto ai giovani, alle nuove generazioni, speranza, fiducia nel futuro, serenità, sicurezza. È stata la tua presenza, quel 14 ottobre, ad avviare il tempo del coraggio e del cambiamento, a darci la forza di candidarci da soli alla guida del Paese, finalmente liberi di presentare le nostre idee, le nostre proposte, il nostro programma di governo. Dopo la nostra scelta tutto si è messo in movimento. È diventato chiaro, evidente, che da una parte c’è il passato, dall’altra c’è il futuro. Da una parte c’è la riproposizione di un film già visto, con gli stessi interpreti, con lo stesso copione, tutto esattamente come prima. Dall’altra la possibilità di uscire dal clima di odio e dalle divisioni di questi ultimi quindici anni, di voltare pagina,di cambiare non semplicemente un governo, ma il Paese.
È per questo che io mi sono candidato. Non per ricoprire una carica, ma per contribuire al cambiamento che serve all’Italia.
Gli italiani si stanno accorgendo di quanto sia netta, e decisiva, la scelta che faranno il 13 e il 14 aprile. Me ne rendo conto sempre di più ogni giorno, in ogni tappa del viaggio appassionante che mi sta portando in tutte le province italiane. C’è un’Italia viva, c’è un’Italia che è in piedi, ci sono italiani che faticano e lavorano, che studiano, che hanno idee e investono su se stessi per realizzarle, che si occupano degli altri, che fanno sacrifici per mantenere con onestà la loro famiglia.
È a tutti loro, è a questa Italia vera, che noi vogliamo parlare. La campagna elettorale è difficile, ma è aperta. Molto più di quanto non si pensasse all’inizio. In poche settimane abbiamo recuperato terreno,e moltissime sono le persone ancora indecise.
L’esito non è affatto scritto, e dipenderà da quello che ognuno di noi riuscirà a fare da qui al 13 aprile.
Il tuo impegno è fondamentale. Ti chiedo, per questo, di tornare domenica 30 marzo nel circolo, nell’associazione, nella sede dove hai votato alle primarie di ottobre.

Lì troverai materiale, opuscoli, vademecum e “istruzioni per l’uso” che ti aiuteranno a partecipare in modo ancora più attivo alle ultime due settimane di campagna elettorale.
Il risultato dipende anche da te.
Da te dipende quello che insieme potremo fare.
Quello che insieme faremo per l’Italia.


Walter Veltroni
LA SANTA PASQUA E L’INIZIO DELLA PRIMAVERA
OVVERO IL TRIONFO DELLA VITA SULLA MORTE

L’inizio della primavera quest’anno coincide con la Santa Pasqua.
Una coincidenza che non può non suggerirci una riflessione profonda sulla caducità della nostra condizione umana.
Le due ricorrenze, infatti, hanno un significato comune: il trionfo della vita sulla morte.
Ovvero la resurrezione.
E’ il miracolo della vita che rinasce, proprio quando la morte sembra affermarsi e prevalere definitivamente.
E’ il trionfo della speranza sulla disperazione, la certezza che, nonostante tutto, nonostante ogni cosa sia indirizzata verso la morte, alla fine a prevalere è sempre la vita.
A tal proposito vorrei dedicarvi la poesia “Specchio” di Salvatore Quasimodo, che descrive in maniera mirabile il miracolo che riaccade ogni anno.


SPECCHIO
di Salvatore Quasimodo

Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell'erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.

E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era.
(da: Acque e terre (1920-1929)
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venerdì 21 marzo 2008


E' PASQUA

DIO SI E' FATTO
COMPAGNIA DELL'UOMO

BUONA PASQUA

A TUTTI

LA RICETTA DI BERLUSCONI
PER SUPERARE IL PRECARIATO


Sposare suo figlio o l'erede di un milionario.
E' questa l’allucinante risposta che il leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, ha dato ad una studentessa e precaria, Perla Pavoncello, che, nel corso di 'Punto di vista' del Tg2, gli chiedeva come è possibile per le giovani coppie mettere su famiglia senza la sicurezza di un reddito fisso.
''Lei – ha dichiarato Berlusconi rivolto alla giovane ospite in studio - mi chiede dei problemi delle giovani coppie di precari. Io, da padre, le consiglio di cercare di sposare il figlio di Berlusconi o qualcun altro del genere; e credo che, con il suo sorriso, se lo può certamente permettere''.
Senza voler fare del moralismo di bassa lega, mi sembra, però, che questa risposta indichi chiaramente quanto certa poltica e certi uomini politici abbiano a cuore il problema dei giovani e dei precari. Rispondere così ad una giovane costretta a sbarcare quotidianamente il lunario per vivere è indice di una grande mancanza di rispetto rispetto ai problemi dei giovani precari.
E se la ragazza avesse detto di essere disoccupata, cosa le avrebbe consigliato il Cavaliere?

Di fare una rapina?

APPELLO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI COSENZA ON.MARIO OLIVERIO,

PER LA LIBERAZIONE DI INGRID BETANCOURT


Condividiamo pienamente e volentieri pubblichiamo l'appello che il Presidente Oliverio ha rivolto ai cosentini per la liberazione di Ingrid Betancourt

"Ingrid Betancourt, da sei anni prigioniera dei guerriglieri colombiani e simbolo, suo malgrado, della lotta per i diritti umani, sta molto male, soffre di epatite B ed è vicina alla fine.Più volte, in queste ore, i suoi familiari hanno invitato il mondo intero a mobilitarsi e a chiederne la liberazione.Di fronte ai loro accorati appelli non possiamo non sentirci coinvolti ed interpellati anche noi.
Il nostro grido "Ingrid libera" deve affiancarsi a quello per Aung San Su Kyi, per i monaci birmani, per ogni persona nel mondo i cui diritti vengano calpestati.
Non saremmo uomini e donne liberi se rinunciassimo a batterci per la loro libertà.
Le loro esistenze ci dicono che la politica quando è portatrice di cambiamenti reali, di battaglie giuste, può fare paura, essere imbrigliata o addirittura imprigionata.
E questo non deve accadere mai, in nessuna parte del mondo.
Ingrid Betancourt è un simbolo per i colombiani, ma non solo.
E' un simbolo anche per tutti coloro che sono contro la corruzione, la violenza, l'ipocrisia di un potere che attecchisce ed è forte soprattutto là dove si coltiva l'ignoranza, la non consapevolezza dei diritti fondamentali dell'uomo.
Se non la lasceremo sola, ella vivrà e continuerà a combattere.
Il Governo e il Parlamento italiani, l'Unione Europea, devono intraprendere ogni possibile azione che porti al suo rilascio. Alle coscienze libere e democratiche, ai giovani e alle donne, alla Chiesa, alle forze economiche e sociali, al mondo della scuola, dell'università e della cultura della provincia di Cosenza e della Calabria, chiedo di unirsi al nostro appello e a mobilitarsi massicciamente in questa grandissima battaglia di civiltà, assumendo in tutti gli ambiti opportune iniziative che contribuiscano a far crescere la pressione internazionale e portino, finalmente, alla definitiva liberazione di questa donna forte e coraggiosa, la cui lotta per la democrazia e per la libertà del suo popolo, deve diventare anche la nostra lotta.
ELEZIONI: IL SUD ABBANDONATO A SE STESSO?


A poco meno di un mese dalle elezioni si ha l’impressione che regioni come Calabria, Sicilia e Campania siano state, ormai, abbandonate a se stesse dalle maggiori forze politiche nazionali.
Anzi, è come se esse dovessero servire da esempio da additare al pubblico ludibrio per mostrare l’altro volto della politica. Quello negativo, non più riproponibile.
Non è un caso, infatti, che in città come Verona, capitale del ricco ed opulento Nord-Est, l’on. Marco Minniti, Vice Ministro all’Interno, parlando prima di Veltroni, abbia fortemente sottolineato che il problema della sicurezza in regioni particolarmente “a rischio” si affronta con uomini forti come i prefetti De Sena e Serra e mandando a casa gran parte del vecchio gruppo dirigente che ha la responsabilità di aver affossato queste regioni.
Il sud di Bassolino e della spazzatura napoletana, la Sicilia di Cuffaro condannato in primo grado per favoreggiamento, il sud degli inquisiti eccellenti e dell'emergenza sanitaria in Calabria, creano problemi.
Non tanto al centrodestra che ha nella Lega e nel suo stesso Dna una vocazione antimeridionale, ma soprattutto al Partito Democratico che ha due grandi questioni urgenti da affrontare e risolvere: accreditarsi come “il nuovo che avanza” e rimontare posizioni nelle aree forti del Settentrione.
Alcuni dei maggiori leader del Pd sembrano essere stati fortemente contagiati dall’idea secessionista cavalcata dalla Lega. E’ come se prevalesse anche in loro il desiderio di distinguere tra buoni e cattivi: da una parte l’Italia che lavora e produce e, dall’altra, l’Italia mafiosa e tangentara, abituata a sprecare risorse e ad essere assistita dallo Stato.
Ha fatto bene, oggi, il Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, a prendere le distanze da una politica strabica, concentrata soprattutto sulle aree forti del Paese, lontana anni-luce dai problemi del sud e della gente che in esso continua a vivere e lavorare, sbarcando ogni giorno il lunario. Chissà che non ci sia bisogno di creare anche nel Mezzogiorno d’Italia, una Lega Sud che finalmente faccia sentire e rispettare le esigenze di un popolo meridionale, che non è fatto solo di corrotti e disonesti, che affronta mille sacrifici quotidiani per contribuire al progresso e allo sviluppo di tutto il Paese e vanta storia, cultura e tradizioni millenarie che altri nemmeno si sognano.
CRISI ALITALIA: UN AEROPORTO OGNI 50 KM.
ALTRO CHE MEZZOGIORNO SPRECONE

Fassino e Bersani, pur essendo uomini del nord, stavolta lo hanno detto a chiare lettere, abbandonando definitivamente il linguaggio del fair play e delle strategie trasversali: "i governi di centrodestra hanno preferito, negli anni in cui hanno governato l’Italia, l´anarchia aeroportuale".
Al Nord, infatti, c´è un aeroporto ogni 50 chilometri. Anni di politica “allegra” hanno provocato la situazione di crisi che oggi è sotto gli occhi di tutti. Come era possibile, dunque, fare un hub a Malpensa se ognuno ha continuato a salvaguardare e difendere il proprio interesse elettorale?
Quanto è costato all’Italia tutto questo? E quanto ha inciso questa politica spendacciona sulla grave crisi che ha colpito la nostra Compagnia di Bandiera?
Se per un attimo pensiamo che in Calabria non si riesce da anni a costruire l’aeroporto della Sibaritide, che realmente potrebbe rappresentare un vero e proprio volano di sviluppo per economia e turismo di questa martoriata regione, ben comprendiamo le ragioni per cui questo nostro Paese continui a viaggiare a velocità diverse.
Il dato incontestabile è che continuano ad esistere due Italie: una grassa ed opulenta, che riesce a nascondere e coprire tutte le sue “magagne” attraverso il controllo dei mezzi di informazione; l’altra povera e derelitta, sempre nel mirino di chi ha troppi interessi per “sputtanarla” e additarla ogni giorno come il regno della “ndrangheta e del malaffare.
Altro che “Rialzati Italia! Qui se c’è qualcuno che deve rialzarsi e scuotersi è un Mezzogiorno sonnolento e rassegnato, da troppo tempo vittima di uno strapotere economico di un nord-est sanguisuga e parassita, sempre pronto a buttar fango su noi meridionali e sulle nostre capacità, ampiamente apprezzate e riconosciute in tutto il mondo
RICCARDO ILLY:
“IN ITALIA AUMENTA IL RISCHIO SECESSIONE”
AGAZIO LOIERO:
“SENZA UN FEDERALISMO EQUO
AL SUD SI RISCHIA LA RIVOLTA"

A lanciare l'allarme è Riccardo Illy, governatore del Friuli e figura di primo piano del Centrosinistra. ''Credo – ha detto Illy all'assemblea provinciale degli industriali a Belluno- che la paura secessione si risolva solo facendo e decidendo''.
“Il rischio –ha aggiunto- è quello di una secessione del Nord razionale, lucida, scevra dal 'folklore' leghista del passato, basata e animata dalla ''convenienza economica'' del distacco dal resto del Paese. Anzi, per essere precisi, la tentazione secessionista non ha mai avuto terreno fertile come oggi. E ormai è chiaro che può bastare la scintilla di un fiammifero ad appiccare l'incendio''.
''Siamo circondati –ha proseguito- e quando uno è circondato mira alla sopravvivenza''.
A circondare il Nord sono Paesi, giovani e dinamici, dove l'energia costa meno, le infrastrutture si realizzano con più facilità, gli oneri previdenziali sugli stipendi sono più bassi e la tassazione del reddito di impresa è minore rispetto all'Italia.
“E' un Nord - ha aggiunto- che vive e compete in Europa e nel Mondo, che sente e soffre più di ogni altra parte d'Italia, gli ''svantaggi competitivi'' di un ''sistema Paese'' che ''frena'' imprese e cittadini”.
Con le dichiarazioni di Riccardo Illy si è dichiarato totalmente d’accordo il Governatore della Calabria Agazio Loiero il quale, però, ha aggiunto: "Pur riconoscendo le tante colpe che le regioni del sud possono avere avuto, a cominciare dagli sprechi, non si possono abbandonare al loro destino; che vogliamo fare - si chiede Loiero - consegnare nelle mani delle mafie una parte del Paese? Se al nord c'é il rischio secessione, al sud - avverte - senza un federalismo equo si scatena la rivolta".
LA CLASSIFICA DEI REDDITI 2006 DEI LEADER
DI PARTITO ELETTI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI


Ecco, di seguito, la classifica dei redditi per il 2006 dei leader di partito eletti alla Camera dei Deputati, secondo quanto si evince dalle dichiarazioni dei redditi per il 2006, (valori in Euro):

Berlusconi 139.245.570
Santanche' 237.665
Bertinotti 233.195
Nucara 223.412
Prodi 217.221
Casini 176.009
Di Pietro 175.137
Pecoraro 173.999ù
D'Alema 166.989
Rutelli 159.527
Maroni 150.158
Fini 147.814
Cesa 132.540
Diliberto 128.464
Boselli 126.254
Giordano 124.802
Fassino 124.292

Qualsiasi commento è superfluo!!!
CALABRIA: ARRESTATO CONSIGLIERE REGIONALE
I Carabinieri e la Guardia di Finanza hanno arrestato il Consigliere Regionale della Calabria, Franco La Rupa, 49 anni, ex udierrino, nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro, con l'accusa di avere ottenuto sostegno elettorale dalla cosca di Amantea (Cosenza) capeggiata dal presunto boss Tommaso Gentile, in occasione delle consultazioni regionali del 2005.
La Rupa è attualmente agli arresti domiciliari. Oltre che di scambio elettorale politico mafioso è accusato anche di avere nascosto, insieme a Gentile, la reale proprietà di una motonave che, secondo quanto emerso dagli accertamenti della Dda di Catanzaro, era di proprietà degli stessi La Rupa e Gentile. Tutto ciò al fine di impedire la confisca dell'imbarcazione utilizzata dalla cosca Gentile per effettuare viaggi da Amantea alle isole Eolie.
Agli arresti domiciliari sono stati posti anche un sottufficiale dei carabinieri, Armando Mendicino, di 46 anni, ed un appuntato della Guardia di finanza, Domenico De Luca (42).
Sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa . Insieme a Mendicino e De Luca è stata arrestata Concetta Schettini, di 54 anni, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Amantea, anche lei accusata di concorso esterno in associazione mafiosa.
I quattro arresti rientrano nell’inchiesta, denominata Nepetia, che il 20 dicembre scorso aveva portato all'esecuzione di 39 provvedimenti di fermo a carico di altrettanti presunti affiliati alla cosca Gentile tra cui io stesso Tommaso Gentile. Mendicino e De Luca sono accusati di avere agevolato le attività della cosca Gentile fornendo in particolare al capo della cosca informazioni su inchieste della Dda di Catanzaro che riguardavano il suo gruppo criminale. Concetta Schettini è coinvolta nell'inchiesta perché avrebbe favorito la concessione della gestione del porto di Amantea da parte del Comune ad una società collegata al presunto boss Tommaso Gentile.
IL PAPA ESPRIME DOLORE E TRISTEZZA
PER QUANTO STA ACCADENDO IN TIBET


Papa Benedetto XVI, nel corso dell’Udienza Generale di oggi, ha espresso "tristezza e dolore di fronte alla sofferenza di tante persone" in Tibet ed ha auspicato che venga scelta la strada del dialogo.
"Seguo con grande trepidazione - ha detto il Papa - le notizie che in questi giorni giungono dal Tibet".
"Il mio cuore di padre - ha aggiunto - sente tristezza e dolore di fronte alla sofferenza di tante persone. Il mistero della Passione e della morte di Gesù, che riviviamo in questa settimana santa, ci aiuta ad essere particolarmente sensibili alla loro situazione"-
"Con la violenza - ha ammonito - i problemi non si risolvono, ma si aggravano soltanto".
"Vi invito - ha concluso - ad unirvi a me nella preghiera. Chiediamo a Dio onnipotente, fonte di luce , che illumini le menti di tutti e dia a ciascuno il coraggio di scegliere la via del dialogo e della tolleranza".