Si è appena conclusa la Fiera dei Cento Comuni, una delle manifestazioni più importanti che la Provincia di Cosenza dedica alla valorizzazione delle eccellenze del territorio.
Dopo le edizioni con numeri assolutamente rilevanti di presenze di Altomonte, Morano, San Fili, Rende, Oriolo, Pedace, San Marco Argentano, lo scenario quest’anno è stato quello di San Giovanni in Fiore, l’indiscussa capitale della Sila, la città dell’Abate Gioacchino che, per due giorni, da sabato 4 e domenica 5 ottobre, ha ospitato la grande kermesse che ha quale filo conduttore la tradizione, il suo perdurare, le sue espressioni materiali e culturali.
Coinvolte dalla Fiera, nella quale sono convenuti gli stand espositivi di numerosi Comuni, le aree più suggestive del grande centro della Sila, dagli spazi dell’Abbazia Florense sino al bel centro storico, animate a sottolineare tutto il fascino ed il valore espresso dall’interno, categoria non solamente geografica quanto piuttosto carica della identita’ che connota un territorio come quello cosentino ed un comprensorio come quello silano.
Artigianato in vetrina e momenti di creazione condivisi con i visitatori, visite guidate per le scuole, teatro che recupera la lingua tradizionale, suoni, balli, enogastronomia: queste le proposte più significative offerte ai tanti che sono giunti a San Giovanni in Fiore da ogni parte della provincia di Cosenza e della Calabria.
Clou dell’edizione della Fiera di quest’anno il dibattito su “I sistemi turistici locali”, a cui hanno partecipato l’assessore provinciale al Turismo, Rosetta Console, il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, l’assessore regionale al Turismo, Damiano Guagliardi, rappresentanti istituzionali delle Regioni Lombardia, Veneto, Marche, Puglia, Umbria.
“La Fiera dei Cento Comuni –ci ha dichiarato Oliverio che, tra l’altro, vive e risiede a San Giovanni in Fiore- è un avvenimento che cresce di anno in anno. Quest’anno i comuni che hanno preso parte a questo importante appuntamento sono stati di gran lunga superiori rispetto all’anno scorso. Sono sempre di più, infatti, i sindaci e gli operatori che hanno capito che questa è una grande occasione per far conoscere ed apprezzare i loro prodotti, ma è anche un momento di incontro, di confronto e di dialogo sui problemi e le questioni che accomunano i piccoli e i grandi centri della nostra provincia. Un modo, insomma, per trovarsi e ritrovarsi e per proseguire il percorso comune iniziato”.
“Quest’anno –prosegue il Presidente della Provincia- c’erano anche i due Parchi Nazionali che ricadono nella nostra provincia, il Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale della Sila, a sottolineare le sinergie messe in campo in questi anni per valorizzare a fondo le nostre risorse e le nostre bellezze naturali”.
“In questi anni –conclude Oliverio- ci siamo impegnati molto per valorizzare e rilanciare il grande patrimonio culturale ed ambientale della nostra provincia che è la più grande della Calabria. La nostra è una terra ricca di eccellenze, di storia e cultura, spesso oscurate e dimenticate. Un vero e proprio scrigno prezioso che, da troppo tempo, attende di essere scoperto e valorizzato. Basti pensare all’immenso patrimonio culturale di cui dispone la sola provincia di Cosenza: 933 chiese, 23 santuari e luoghi di culto, 6 abbazie, 72 castelli, 472 palazzi d’epoca, 35 dimore storiche di eccellenza, 309 siti archeologici, 48 musei e 77 biblioteche (di cui 24 universitarie), opere d’arte di inestimabile valore come il Codex Purpureus Rossanensis, oggetto d’arte bizantina unico al mondo e la Stauroteca o Reliquario di Santa Croce custodita a Cosenza.
A ciò si aggiunge un patrimonio etnografico e linguistico del tutto originale nel panorama nazionale ed europeo, costituito da 26 comunità arbereshe e da alcune comunità occitane e valdesi”.
“La Fiera dei Cento Comuni, insieme a tante altre iniziative promosse con successo sul territorio –conclude il Presidente Oliverio- vuole essere una finestra aperta sul mondo e al mondo, Una finestra da cui far entrare aria nuova, aria fresca. Un modo nuovo di essere e di far parlare di questa regione. In cui, è vero, ci sono tante negatività, ma ci sono anche e soprattutto tantissime cose positive di cui noi calabresi, per primi, dovremo cominciare a parlare con fierezza ed orgoglio”.